L’antica Festa di Samhain

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2In essa, secondo la tradizione celtica, lo scudo di Skathach, cioè il velo tra questo mondo e quello ultraterreno, si assottiglia e gli spiriti dei defunti possono camminare liberamente tra i vivi e riunirsi ai loro clan. Nella dimensione circolare-ciclica del tempo, caratteristica della cultura celtica, Samhain si trovava in un punto fuori dalla dimensione temporale che non apparteneva né all’anno vecchio e neppure al nuovo. Per questa ragione è considerato un giorno sacro ai confini della realtà, o meglio, un giorno che non esiste. Come molte feste celtiche, anche Samhain veniva celebrata a più livelli: dal punto di vista materiale, era il tempo della raccolta e dell’immagazzinamento del cibo per i lunghi mesi invernali. Spiritualmente parlando, la festa era un momento di contemplazione. Per i Celti morire con onore, vivere nella memoria della tribù ed essere ricordati nella grande festa che si sarebbe svolta la vigilia di Samhain era una cosa molto importante. Questo era il periodo più magico dell’anno: il giorno che non esisteva, il giorno in cui i morti avrebbero potuto ritornare nei luoghi che frequentavano mentre erano in vita, e celebrazioni gioiose erano tenute in loro onore. Ai defunti che chiedevano doni, cibo e sostentamento si facevano offerte, ed essi in cambio avrebbero garantito protezione sulle famiglie e sui raccolti futuri ( i bambini che oggi si mascherano e vanno casa per casa a chiedere un dolcetto impersonano, in realtà, proprio i defunti ritornanti e questuanti!).


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